Il perito grafologo nell’imitazione e dissimulazione della scrittura
Il falsario deve, infatti, compiere uno sforzo grafico continuo per far propria una gestualità grafica diversa dalla sua. Per questo motivo deve saper tenere una concentrazione alta il più lungo possibile. Tuttavia, è inevitabile che in certi momenti il suo impegno fisico-mentale venga meno a favore delle caratteristiche proprie della sua scrittura che hanno spontaneamente la meglio.
Così, tale principio grafologico trova riscontro sia nel caso di imitazione della scrittura altrui, sia nel caso di dissimulazione della propria grafia. Infatti, in entrambi i casi lo scrivente si deve sforzare per mantenere alti controllo e concentrazione. Nel primo caso per tentare di riprodurre un gesto grafico altrui. Nel secondo per nascondere il proprio.
Difatti, la grafia di ogni persona adulta è frutto di meccanismi neuromuscolari personalizzati ed interiorizzati nel tempo e, per questo, automatizzati. Ragion per cui, ogni mano lascia di sé un’impronta indelebile ed inevitabilmente riconoscibile.
Aspetti grafologici rilevanti per il perito grafologo
Gli aspetti formali della scrittura, che in sostanza riguardano la forma delle lettere, sono quelli più agevolmente controllati sia da colui che vuole imitare la scrittura altrui sia da chi vuole dissimulare la propria. Di conseguenza, non sono considerati dal perito grafologo così importanti per valutare l’autenticità e l’apocrifia di scritture e firme.
Al contrario, ad essere più significativi sono i movimenti grafici sottesi alla realizzazione di scritture e firme. Infatti, quest’ultimi sono gesti spontanei ed incontrollabili. Pertanto, difficili da vedere e da imitare. Per questo è necessario l’occhio esperto del perito grafologo, il solo capace di cogliere la dinamica grafica esecutiva da cui nascono scritture e firme.